Proctologia Genova

Dott. Tommaso Testa

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Prolasso rettale

Il prolasso completo del retto è la fuoriuscita del viscere attraverso il canale anale. Va quindi distinto dal prolasso mucoso nel quale solo gli strati interni della parete protrudono all’esterno.

E’ una patologia rara che affligge nella grande maggioranza dei casi pazienti anziane (80% ha più di 75 anni), la cui incidenza è presumibilmente destinata ad aumentare per l’allungarsi della vita media.

I fattori causali riconosciuti sono molteplici: la lassità degli elementi di fissità dell’intestino, l’eccessiva lunghezza del colon, lo stiramento dei nervi con conseguente denervazione del pavimento pelvico nelle donne che hanno avuto più gravidanze, la perdita di un supporto strutturale nelle pazienti che sono andate incontro ad isterectomia, la erniazione interna cronica del retto nei soggetti con stipsi cronica severa.

Le pazienti giungono di solito alla osservazione dello specialista dopo lungo tempo, presentando perdita di muco, prurito ed irritazione da dermatite, sanguinamenti e l’evidenza del prolasso dell’intestino attraverso l’ano. Solo raramente si lamentano per l’incontinenza fecale nonostante la funzione sfinteriale sia di solito fortemente compromessa (oltre 60% dei casi). Sono di solito donne molto anziane e spesso istituzionalizzate, nelle quali episodi di incontinenza si alternano con lunghi intervalli di costipazione e che talvolta indossano il pannolone da anni.

Il prolasso del retto viene sporadicamente osservato anche in soggetti giovani gravemente stitici.

La diagnosi è clinica e non presenta particolari difficoltà; quando non immediatamente evidente, la fuoriuscita del retto si evidenzia chiedendo al paziente di simulare la defecazione.

La terapia del prolasso rettale completo è chirurgica. La correzione di questa vera e propria ernia si può realizzare con accesso “anteriore” cioè mediante interventi che si eseguono all’interno della cavità addominale o “posteriore” con operazioni perineali. Al primo gruppo appartengono le cosiddette procedure di rettopessi, cioè la sospensione del viscere alla superficie dell’osso sacro mediante fissazione protesica +/- associate alla resezione del sigma sovrabbondante Questi interventi, eseguibili con accesso lapatomico o laparoscopico, sono in genere riservati a pazienti di età più giovane con basso rischio operatorio. Nei soggetti con più gravi comorbidità, il prolasso può essere asportato attraverso l’ano, sia limitando l’exeresi alla mucosa (Delorme) sia eseguendo una asportazione a tutto spessore (Altemeier, resezioni perineali con suturatrice meccanica). Saranno quindi le condizioni generali del paziente a consigliare l’approccio terapeutico ideale.

I risultati della chirurgia sono lusinghieri: la percentuale di recidive è inferiore al 10% e la morbidità è bassa.

Sorprendentemente si assiste di solito se non al totale recupero funzionale degli sfinteri, comunque alla risoluzione dei disturbi soggettivi e le pazienti operate presentano, quando vengano considerate complessivamente (quindi a prescindere dal tipo di intervento eseguito) un indice di soddisfazione del 90%.