Proctologia Genova

Dott. Tommaso Testa

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Condilomi anali

Si tratta di lesioni verrucoidi della cute perianale e della mucosa anale, dovute alla infezione da HPV (nel 90% sottotipi 6 ed 11). La trasmissione è di natura sessuale, colpiscono in egual misura maschi e femmine, indipendentemente dagli orientamenti sessuali. Si tratta di una patologia frequente: oltre 2% della popolazione sessualmente attiva. Solo una minima percentuale di soggetti che ha avuto contatto con il virus sviluppa manifestazioni cliniche dell’infezione (1-10%), benché possano comunque rappresentare fonte di contagio. Spesso le verruche coinvolgono anche la cute della regione vulvare, la vagina e la cervice uterina, lo scroto ed il pene, la mucosa buccale e la cute del viso. La tendenza della malattia è all’accrescimento delle lesioni, benché in qualche caso esse possano regredire spontaneamente. Il virus può permanere per anni nell’organismo in fase silente dopo il contatto e solo dopo molto tempo il soggetto infettato può manifestare la malattia.
I condilomi anali sono considerati una precancerosi in particolare nei soggetti affetti da retro virosi da HIV. Questi pazienti mostrano una aumentata incidenza di carcinoma spinocellulare dell’ano. L’infezione da HPV è del resto notoriamente correlata alla insorgenza delle neoplasie della cervice uterina  (sottotipi 16 e 18) ed allo sviluppo del cosiddetto tumore di Buschke-Lowenstein dei genitali esterni.

Le lesioni sono immediatamente visibili al paziente, più raramente in caso di lesioni endoanali esse si manifestano con algie alla defecazione, sanguinamento o soiling (sensazione di ano umido per la presenza di secrezioni).

La diagnosi è evidente all’esame clinico specialistico. E’ indispensabile eseguire una indagine anuscopica in tutti i soggetti per evidenziare lesioni endoanali, cosi come nelle donne è obbligatoria la visita ginecologica. I condilomi anali vanno distinti dalle manifestazioni perianali di sifilide secondaria (condiloma latum), herpes genitale (HSV-2) linfogranuloma venereo di Nicolas Favre, neoplasie del canale anale o del retto inferiore.

Il trattamento dei condilomi della cute perianale è l’asportazione chirurgica, che garantisce migliori risultati rispetto alla distruzione “chimica” (derivati della podofillina, catechine, acido tricloroacetico). E’ preferibile l’exeresi a lama fredda (cioè senza utilizzare diatermocauterio o bisturi elettrico) perché la guarigione appare più veloce e le cicatrici meno visibili, grazie alla conservazione delle cosiddette “zolle” di epidermide sana.  In genere si può eseguire l’intervento in anestesia locale. Per le localizzazioni mucose endoanali, l’exeresi è realizzabile con bisturi elettrico, per folgorazione laser oppure mediante criochirurgia.  Talvolta, quando i condilomi coinvolgono estesamente il canale anale, per evitare il rischio di stenosi postchirurgica, è preferibile procedere ad asportazioni a settore o quadrante in interventi seriati.  Nonostante l’exeresi dei condilomi,  il rischio di trasmissione del virus non appare azzerato con certezza.

I pazienti operati devono essere sottoposti a controlli clinici dopo l’intervento per evidenziare lesioni eventualmente residue e controllare precocemente le recidive. E’ ugualmente consigliabile il controllo sierologico., date le modalità di trasmissione. Risultati promettenti si ottengono associando all’intervento, a guarigione completa delle ferite, la applicazione topica di Imiquimod con funzione immunomodulatrice.

In Italia, è in uso la vaccinazione per l’HPV (sottotipi 6,11,16,18) nelle femmine in età prepubere. Sarebbe peraltro auspicabile la diffusione della profilassi anche nei maschi, come del resto già in uso in USA, Canada e Gran Bretagna.